28 ottobre 2013

Con Gianni Cuperlo per rilanciare la "sinistra"

 In Italia il centro sinistra fatica ad accrescere il proprio consenso, nonostante che l’88 % del gettito fiscale è sostenuto dai lavoratori dipendenti e pensionati, non si riesce a coalizzarli a sostegno di una società più equa e solidale. Detto questo, mi è fin troppo facile incolpare la destra di avere una azione politica sterile a sostegno del welfare e della crisi produttiva occupazionale e di essersi preoccupata solo delle sorti del proprio padre padrone, come è semplice ora affermare che la Lega Nord e l' IDV hanno fallito,oppure che il M5S da solo è inconcludente,......... a me interessa la sinistra che è divisa e a volte scollegata dai reali e storici punti di riferimento sociali. Da tempo manca l’idea precisa di che tipo di società si vuole, troppo spesso si è modificato il tiro, come fosse facile spostare gli equilibri in un Paese borbonico medioevale e con un radicato potere ecclesiastico a fare da contrappeso (che ora sembra abbia avviato una nuova fase con Papa Francesco). Per costruire un'alternativa politica serve che la cosiddetta sinistra radicale Sel, Prc, Pdci, con il Psi e altre sigle, senza forse, si uniscano in un unica forza politica a sinistra del Pd. E arrivo al PD, che è stato l’assemblaggio di due ex partiti con percorsi in passato distanti ed è rimasto, a mio modesto parere, troppo liquido e anarchico, con un insieme e a volte alterne proposte politiche,correnti e diverse personalità, che disorientano i cittadini. Giunti a tanto la gestione ordinaria del Potere non è sufficiente per aumentare il consenso, il cosiddetto compitino senza coraggio non porta da nessuna parte, anzi presenta il conto sempre ai soliti noti, lavoratori dipendenti, pubblici e privati e pensionati. In un Partito popolare di sinistra serve un' organizzazione con Aree Tematiche Rappresentative che sviluppino culture politiche, sociali, economiche e che producano progetti e personalità forti, trasparenti, condivise e preparate a ricoprire i ruoli Istituzionali a cui si ambisce con un percorso e con una solida rappresentanza alle spalle. Inoltre se un Partito pensa di essere di sinistra, ci sono cose che quando serve si devono dire con forza e chiarezza, se no si paga dazio e il mondo del lavoro, operai, tecnici, infermieri, insegnanti, ecc..ecc.. non ti sostiene, perché non si riconosce nei contenuti del messaggio e delle proposte, come si sta verificando con l'ultima Legge di stabilità presentata dal Governo delle larghe intese. L’esempio territoriale e del singolo Dirigente, oppure dei Sindaci, è un elemento base per rimarcare la diversità della sinistra nei territori, ma non può essere questa l'analisi politica che indica la via di un Partito che si propone come guida di un Popolo facente parte dell' Europa e in un insieme di complesse problematiche nate dal Mondo globalizzato "della e dalla" finanza e dei capitali. Purtroppo quanta gente, uomini e donne, che operano e guadagnano bene in settori divenuti potenti, anche grazie alla sinistra, faticano a ricordare da che parte si è venuti e usano, quasi come un alibi, incolpare di tutto e su tutto la politica, senza considerare che il vero cambiamento non si può praticare by-passando la democrazia partecipativa e rappresentativa, legge elettorale permettendo. Il bagaglio culturale e strategico del centro sinistra è lo stare sempre dalla parte delle regole, della rappresentanza, della consultazione, della democrazia partecipativa, dell’uguaglianza, della legalità, della solidarietà per una società dei DOVERI e dei DIRITTI. Chi si alza tutte le mattine per tirare la carretta, con stipendi nettamente sotto la media Europea, deve avere la garanzia che esiste una parte politica che sa cosa vuol dire tutto questo. Bisogna saper rappresentare queste persone e sentire propri i loro problemi. Bisogna saper parlare ai cuori dei cittadini e non fare differenze tra i potenti e i lavoratori, sapendo che se il 10% dei cittadini detiene il 50% del totale della ricchezza non è un valore aggiunto ma un elemento di forte disparità socio-economica e di non equa redistribuzione. In una logica di alleanze sostenibili, per l’alternativa, fu miope l’autosufficienza di Veltroni e i continui attacchi rivolti a sinistra e il considerare la CGIL e la Fiom-Cgil un fortilizio settario e penso anche che se D' Alema si fosse messo da parte, alcuni anni fa, avrebbe fatto un gran bene al progetto Pd, al nuovo radicamento e al consenso elettorale.  Si è capito male il malessere che ha portato tanti voti a Grillo, ed è stato un errore, in tutti questi anni di dura crisi del lavoro, il continuo distacco dalle piazze in lotta. Serve coraggio, moralità, trasparenza e passione per ridare fiducia e speranza e credere in un modello sociale migliore, in cui le logiche finanziarie dei mercati non siano più il pensiero unico e dominante. Occorre tamponare l’incalzante avanzare della delusione e dello sconforto, del tanto sono tutti uguali, che arriva all’astensionismo. Se si è offuscata la diversità della sinistra è arrivato il momento di rilanciarla con forza e determinazione, senza sconti per nessuno, perchè non è possibile riparare a tutti i danni prodotti dalle politiche di destra neo-liberiste con una proposta fax-simile liberista e con qualche regola democratica in aggiunta. Non è questo che basta e che serve in un Paese dove negli ultimi 25 anni si sono appositamente compressi gli stipendi dei lavoratori dipendenti e delle pensioni a favore della finanza e capitali, dove c'è una sacca economica di diverse centinaia di miliardi di euro che ogni anno si infilano in percorsi impropri, per evasione, elusione,corruzione, riciclaggio, mazzette, malavita ed altro che producono anche inefficienze e costi aggiuntivi, e alla fine non si riesce a trovar niente di più che soli 14 euro al mese per i lavoratori. Ed ancora, come si fa a non distinguere più il grande valore collettivo della laicità dello Stato e di una scuola e una sanità pubblica e di qualità, come recita la Costituzione della Repubblica Italiana, nata dalla Resistenza e Liberazione. Io credo che serva più sinistra, anzi molto più sinistra, è un' estrema necessità economica, prima ancora che etica e sociale, e penso che Gianni Cuperlo sia un uomo che ha le capacità morali e politiche giuste per ricostruire un percorso che includa ed unisca quelle forze che realmente sono interessate ad un riformismo e cambiamento dove l'asse portante sia la dignità della persona, in ogni sua età. 
 Angelo Gentilini